Descrizione
CONVENTO DI SANFRANCESCO. Il 13 luglio 1285 l’abate Simone di Sant’Antimo, dopo la visita di San Francesco a Montalcino nel 1218, donò ufficialmente ai seguaci del santo la chiesa di San Marco in Castelvecchio con rispettivo ospizio e la chiesa di San Michele Arcangelo con casa, orto, campi e piazza. Un anno dopo, Papa Onorio IV confermò tale donazione. Le due chiese furono demolite per crearne una più grande di lunghezza braccia 60, di larghezza braccia 20 e d’altezza 25. I lavori cominciarono nel 1287. Da ciò che rimane dell’archivio di San Francesco, sappiamo che il convento ricevette numerose donazioni. Possedeva infatti, oltre a case, attività commerciali, una spezieria in paese e varie vigne. Padre Bovini, nelle sue memorie, ci lascia una descrizione molto dettagliata del convento e della chiesa. Quest’ultima, al suo interno, conservava quattro cappelle e nove altari. Di notevole importanza era la cappella dedicata all’Annunciazione. Alla fine del XIV secolo, Nuccio di Menchino, confratello della Compagnia di San Pietro, fece costruire l’altare. Anticamente l’altare possedeva una splendida pala, opera di Bartolo di Fredi realizzata nel 1388, con ben 214 figure raffiguranti l’Incoronazione della Vergine, l’Annunciazione, la Natività e l’Assunzione della Vergine in trono circondata da venti santi, tra cui anche il beato Filippino Ciardelli. Ai lati dell’altare erano collocate due statue lignee della Vergine e dell’Arcangelo Gabriele, fatte fare dall’arte dei Calzolai (1365–1370). Nella sacrestia della cappella, dove i confratelli della Compagnia di San Pietro conservavano i parati e officiavano la messa, oltre all’organo, si trovava un quadro rappresentante San Francesco e la Deposizione della Croce opera di Bartolo di Fredi (1382). Sempre in sacrestia, in una piccola stanza, si conservava un presepio commissionato dallo stesso Bovini. Oggi non esiste più la cappella. In un primo momento fu ridotta a sacrestia del convento, poi vi fu sistemato l’organo. Le opere d’arte che facevano parte dell’arredo sono esposte nei Musei di Montalcino Raccolta Archeologica, Medievale e Moderna. All’interno della cappella dell’Annunciazione, nel 1401, fu fatta innalzare una seconda cappelletta dedicata a San Pietro da donna Lina e donna Petra, rettrici dello Spedale di Santa Maria della Croce. Sopra l’arco della cappella si nota infatti l’arme dello spedale. Qui, dal 1401 furono seppelliti tutti i rettori e le rettrici dello spedale. Le due donne incaricarono il pittore Tamagni di decorare la sala con le storie di San Pietro. Purtroppo sono sopravvissuti solo due affreschi: la Caduta di Simon Mago e l’Incontro tra Pietro e Gesù Cristo. Questa cappella è detta anche del Santissimo Crocifisso. Forse a fianco di questa cappella, ne esisteva un’altra dedicata a San Biagio, ma stando alla descrizione del Bovini, non doveva avere particolare valore artistico. La terza cappella, sempre all’interno della grande Santissima Annunziata, voluta da ser Niccolò Posi, conserva piccole tracce dei favolosi affreschi del Tamagni. Oltre allo Sposalizio della Vergine, la Nascita della Vergine con san Giuseppe, sono in parte visibili San Nicola da Bari, Sant’Antonio Abate. Andate perdute invece le immagini di santa Caterina d’Alessandria e le decorazioni della volta. Nella cappella si trovavano le tombe del committente, Niccolò Posi e di sua moglie. L’altare maggiore di San Francesco fu fatto fabbricare da Francesco di Pietro Ciombi nel 1348 e lo dedicò al Santissimo Sacramento, alla Vergine e altri santi; sopra, c’era l’immagine di un antico crocifisso, posto in origine sopra l’altare per ordine del Padre Generale San Bonaventura. L’altare odierno fu fatto ricostruire intorno al 1600 da mastro Angelo Angelici con una spesa di circa 500 scudi. Oltre all’altare maggiore, Bovini elenca una serie di altari minori dedicati a sant’Antonio Abate, santa Maria Maddalena penitente, santa Elisabetta o del beato ordine, Immacolata Concezione di Maria, san Francesco, beato Filippo Ciardelli. Padre Bovini continua elencando una serie di decorazioni e abbellimenti del complesso monastico. Il convento di San Francesco fu soppresso nel 1786. Dal 1788 cominciò a funzionare come seminario. In seguito fu occupato dai padri agostiniani che vi rimasero fino al 1870. Soppresso definitivamente il convento e seminario, dal 1872, nel complesso, fu sistemato l’ospedale di Santa Maria della Croce. Trasformato in ospedale, ha subito una profonda trasformazione; il chiostro conserva ancora le linee originali, ma degli affreschi ci sono solo alcune tracce. In uno ci sembra di scorgere un diavolo e due facce di sante, in un altro si nota una crocifissione con alla destra la faccia di san Pietro (il corpo è scomparso a causa dell’apertura di una finestra) e alla sinistra il corpo di san Paolo (la faccia è scomparsa per la posa di un capitello). A fianco di questo altra crocifissione con le pie donne e sotto la data 1448. Rimane invece il pozzo e varie lapidi sepolcrali appese alla parete esterna della chiesa.
CHIESA DEI BIANCHI O DELLA MISERICORDIA, intitolata alla Madonna del Carmine Carmine. La chiesa fu costruita intorno al 1624; dal 1846 è sede della Compagnia della Misericordia. L’interno ad unica navata ospita opere pittoriche del XVI secolo, quali la Madonna con vari santi del Terz’ordine francescano, e Cristo in Croce tra san Biagio e san Francesco d’Assisi, quest’ultima oggi è conservata presso il museo cittadino.
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Ultimo aggiornamento: 24 luglio 2024, 09:01