Descrizione
Il CASTELLO DI SAN GIOVANNI D'ASSO sede del Municipio è costituito da tre corpi di fabbrica uniti fra di loro, venne costruito a più riprese tra il 1100 e la prima metà del XV secolo; particolare importanza rivestono i lavori condotti dalla famiglia Petroni, che acquisì il castello all'inizio del XIV secolo. Nell'anno 1539 Benedetto del fu Giovanni di Benedetto Martinozzi vendette l’edificio, le terre e i diritti su San Giovanni d'Asso a Giulio Pannilini. La famiglia Pannilini ne conservò il possesso fino agli inizi del secolo scorso. In seguito ad importanti interventi di restauro, terminati nel 1999, ospita sia gli uffici dell'amministrazione comunale, e il Museo del tartufo. La facciata principale del è caratterizzata dal portone d'ingresso con arco ogivale senese; un secondo ingresso si trova sul fianco orientale, che dà su piazza Vittorio Emanuele II, nel cuore del borgo antico. Le due entrate sono unite da due rampe di scale passanti per il cortile, caratterizzato da un alto portico su pilastri ottagonali sormontato da un loggiato. L'ambiente più importante del palazzo è la Sala del caminetto, con accesso sul cortile e ampie bifore lungo la fiancata occidentale; essa prende il nome dall'ampio caminetto che si apre al centro della parete sud, dirimpetto al lavabo marmoreo del XVII secolo. Le pareti sono decorate con affreschi realizzati tra la fine del XVI secolo e l'inizio del XVII da un pittore della cerchia di Ventura Salimbeni raffiguranti una grottesca che corre poco sotto il soffitto e tre stemmi di importanti membri della famiglia Pannilini e delle relative consorti.
MUSEO DEL TARTUFO
Il Museo del Tartufo è il primo museo italiano dedicato a questo prezioso frutto della terra. Ospitato nei suggestivi sotterranei dell’antico castello. Il percorso espositivo si snoda per 250 metri quadrati, tra volte e pareti dove si conservano ancora tracce di affreschi del primo Trecento. Il museo propone linguaggi moderni utilizzando forme espositive immediate, per offrire al visitatore la possibilità di compiere un piacevole viaggio nel complesso mondo del tartufo. La prima sezione è dedicata al “mistero del tartufo” e alla pluralità di interpretazioni che esso ha avuto nel corso del tempo: dalla leggenda che lo voleva originato da un fulmine alla definizione scientifica vera e propria, il visitatore può ripercorrere le sorti e la fortuna del pregiato tubero nei principali momenti storici.
La seconda sezione del museo del tartufo, “il tartufo e i sensi”, prevede coinvolgenti esperienze sensoriali attraverso percorsi che interessano il tatto, l’udito, il gusto e infine il cosiddetto “odorama“, vera e propria giostra dedicata all’olfatto. Il visitatore diventa così soggetto attivo delle proprie conoscenze nell’ambito sensoriale, in un gioco in cui il tartufo diventa quasi un pretesto per ricordarci della presenza e dell’importanza dei sensi stessi per conoscere il mondo esterno.
L’ultima sezione del museo, dedicata al “tartufo a tavola”, mostra le tecniche di raccolta, conservazione e di impiego gastronomico e offre due spaccati di cucina: la riproduzione di una mensa contadina dove il tartufo viene cercato e di una altoborghese, dove invece viene consumato, con una parentesi dedicata alle erbe selvatiche che nelle società tradizionali avevano un’importante funzione integrativa dell’alimentazione.
Il Centro di Documentazione prosegue all’aperto con “L’Orto di Sesto”, che, con un percorso sensoriale e naturalistico, fa ripercorrere al visitatore gli habitat naturali dei tre tipi di tartufo presenti nel territorio: Bianco Pregiato, Bianchetto o Marzuolo e Scorzone o Estivo.
Modalità d'accesso
Accessibile a tutti,non sono presenti barriere architettoniche.
Indirizzo
Punti di contatto
Ultimo aggiornamento: 18 settembre 2024, 09:44