Archeologia

Ultima modifica 10 maggio 2024

I siti archeologici pre-etruschi, nell’ambito del nostro territorio comunale, di rilevanza nazionale sono due. Uno in prossimità del podere dei Vadossi a nord, riguarda l’età della pietra, i suoi numerosi reperti, comprendenti una amigdala, raschiatoi, punte rurali, bulini, ecc... sono circa duecento e coprono un vasto periodo storico di oltre diecimila anni. Per queste ragioni gli studiosi della materia hanno formulato l’ipotesi che il sito fosse una specie di officina litica.

Altre due amigdale sono state trovate nei dintorni di Pievecchia ai piedi della collina verso nord. L’altro sito è ubicato nelle cave di Castelnuovo dell’Abate denominate “porsia” e più precisamente nella zona chiamata la “Buca di Sant’Antimo”. In quella specie di pozzo, che sprofonda nel terreno oltre dieci metri, il celebre archeologo Ferrante Rittatore condusse alcune campagne di scavo fino a quando un incidente interruppe le ricerche che erano state quanto mai proficue.

Esse riguardavano l’età del bronzo ed avevano accertato già due importanti eventi; uno riguardava la scarnificazione di due cadaveri a mezzo del fuoco, l’altro che quella popolazione aveva già rapporti commerciali con la cultura di Serra d’Alto in Puglia. Il fatto è accertato e documentato dal reperimento di un vaso appartenente a quelle culture, oggi esposto al museo archeologico di Firenze. Il periodo dell’età del bronzo nel quale sono stati stimati reperti di cui si parla risale intorno al terzo millennio a.c.


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